Un atelier, probabilmente di Bruges, che, dalle date di commemorazione dei santi, si può desumere di area fiamminga, era specializzato in piccoli Libri d’ore e bordi architettonici.
Qui, attorno al 1500, lavorava l’anonimo Maestro che ha realizzato la scena di Davide del famoso Breviarium Grimani ed ha creato le più belle illustrazioni anche di questo libro d’ore del Vaticano.
La fattura lo stile di alcune miniature e bordure stabiliscono un legame con l’illustratore Simone Marmione, al quale sono attribuiti capolavori di arte decorativa, che i contemporanei consideravano “Maestro della miniatura”.
I Libri d’Ore
Nel linguaggio della Liturgia il termine Ore designa l’Ufficio divino, cioè quell’insieme di preghiere e di inni destinati ad essere cantati in coro o recitati singolarmente, oggi come ieri, da tutti gli ecclesiastici, secolari e regolari, in determinate ore del giorno e della notte.
Le Ore di preghiera, le Ore liturgiche sono sette: mattutino e laudi, prima, terza, sesta, nona, vespri, compieta, Il mattutino e avanti l’alba, la compieta è dopo il tramonto. Il seguito di canti e preghiere distribuito in quelle ore si chiamò cursus.
Quando nel Medioevo il culto e la devozione a Maria si allargarono a tutta la Chiesa, vicino all’Ufficio divino, apparve e si diffuse un Ufficio mariano, un Ufficio della Madonna recitato specialmente dai laici devoti.
Dall’Ufficio divino e dall’Ufficio della Madonna, settimanalmente recitati insieme, si cominciarono ad estrarre alcune parti che furono raccolte insieme per la devozione privata dei fedeli.
Tali raccolte costituirono il primo nucleo di quel libro privato che ebbe grande diffusione specialmente tra il secolo XIV e il XVI, accompagnandosi al Salterio, che fino ad allora era stato il principale prescelto per la devozione privata.
Quel libro di preghiere prese il nome di Ore e anche di piccolo Ufficio. Il Libro d’Ore, le parti essenziali del quale erano appunto l’Ufficio della Madonna, i Salmi penitenziali, l’Ufficio dei Defunti, le litanie, precedute dal Calendario, non fu mai incluso dalla Chiesa fra i libri liturgici, sebbene gran parte del suo contenuto derivasse dal Breviario.
E tuttavia fu da quel libro specialmente che uscirono cantici e preghiere che ebbero diffusione universale. Basti pensare al Salve Regina, allo Stabat Mater, al Rosario, derivato dal notevole numero di Ave che l’Ufficio conteneva, allo stesso Angelus Domini meridiano.