Marco Polo, l’esploratore che lasciò i suoi tesori a tre figlie femmine

30 novembre 2020

Marco Polo, certamente il più grande esploratore della storia dell’umanità, nacque a Venezia nel 1254 in una famiglia che faceva parte del patriziato locale. Poco più che bambino, seguì il padre Niccolò e lo zio Matteo in un incredibile e avventuroso viaggio lungo la Via della Seta che lo portò fino in Cina, nota all’epoca come Catai. Qui rimase per ben 24 anni, dal 1271 al 1295, ricoprendo cariche, anche importanti e di prestigio, presso la corte del Gran Khan Kublai. Tornato in patria venne fatto prigioniero dai genovesi e incarcerato dal 1296 al 1299. Proprio in carcere incontrò Rustichello da Pisa (che alcune fonti indicano come suo compagno di cella) al quale affidò le sue memorie di viaggio, confluite nel libro Il Milione. Una volta uscito di prigione si unì in matrimonio con la patrizia veneziana, Donata Badoer, dalla quale ebbe tre figlie: Moretta, Bellela e Fantina, alle quali lasciò il proprio patrimonio, come testimoniato dal suo ultimo atto in vita, quel testamento divenuto oggi oggetto di una straordinaria opera di recupero e valorizzazione, grazie all’intervento di Scrinium.
La pergamena che custodisce le ultime volontà di Marco Polo, è stata ritrovata all’interno del codice marciano Lat. V, 58-59, che raccoglie anche i testamenti del padre Niccolò e dello zio Matteo. Si tratta, quindi, di un documento unico e assolutamente eccezionale che oggi, grazie a Scrinium, su incarico e con la collaborazione della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, viene restituito al mondo in pochissimi e pregiati esemplari a tiratura limitata. Frutto di un rigoroso quanto importante lavoro di indagine paleografica, il Testamento di Marco Polo, torna a vivere, per la prima volta, in una replica perfetta, di grandissima fedeltà alla fonte originale, al centro di “Ego Marco Paulo volo et ordino – I Segreti del Testamento di Marco Polo”, un progetto editoriale esclusivo e mai realizzato prima.